Sono le quattro del mattino e sto ancora lavorando. Fuori, sulla strada, non passa ancora nessuno.Nessuna macchina rompe il silenzio di questa notte senza Dio.In sto angolo di mondo niente cambia; tutto passa sulle teste della gente senza lasciare alcuna traccia. Nessuna memoria.D'improvviso, la sirena della fabbrica di fronte, suona all'impazzata. Nell'arco di ben poco, molte voci affollano il silenzio che c'è stato sino ad ora. Dopo anni che son qui di casa, non ho ancora realizzato come mai, di tanto in tanto, si sente tutto sto vociare nel bel mezzo della notte.Gente strana, gente sola, si saluta infreddolita. Non capisco che partita stia giocando il vecchio zio, nell'avermi dato un'appartamento nella zona industriale di un quartiere, che qui è solo una gran desolazione. Ma, alla fine, solo in casa tutto il giorno, non mi resta che dormire. Non mi resta che lasciare a qualcun'altro, l'idea di capire perché mai c'è sempre un angolo di cielo che rimane scuro. Solo e abbandonato dagli sguardi stupiditi, da pettegolezzi sempre quelli e sempre uguali. Forse è stato solo bene che quel Dio ci abbia assai dimenticati. Forse è stato solo bene decidere di non stare con la gente, abbandonare ogni dove sì comune e travolgente, da non far più respirare.
lunedì 20 giugno 2016
Dimenticati da Dio
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