sabato 30 aprile 2016
Arem
Effettivamente, guardandosi intorno, dire che le società contemporanee di ogni luogo offrano oggi solo svantaggi, è forse troppo. Certo l'attenzione alla salute è, per esempio, aumentata. Assistiamo a sviluppo e crescita di consapevolezza della necessità di tornare a nutrirsi meglio, assistiamo all'emergere di bisogni spirituali appartenenti ad altre culture o tempi, va crescendo la necessità di trovare nuovi equilibri. Questo però deve far riflettere sull'urgenza di fermare l'attenzione sul perché, allora, si avverte che la vita è, a questo punto, peggiorata rispetto ad anni addietro. Non saremmo tutti concentrati sul cercare di stare bene con noi stessi, non cercheremmo, continuamente, relazioni (sempre tutti al telefonino a chattare o chiacchierare, di non si sa bene di cosa o di chi), emozioni e sentimenti, che sono stati soppiantati proprio da queste società dei consumi; diventate vere e proprie multinazionali di valori umani perduti.
venerdì 29 aprile 2016
La Coda del Gatto
4.
Sofia, presa dalle sue attività che svolgeva solitamente di primo mattino: bere latte di soia e farsi bella per un paio di ore, chiusa dentro il bagno; non si accorse che Andrea non era rientrato, quella notte. Lei, è vero, dormiva nella stanza degli ospiti ma, contrariamente al solito, quella notte dormiva, forse, troppo profondamente. La sera era stata al compleanno di un amico del giro di Pasquale. Aveva bevuto un po' troppo e aveva fumato molto. Andrea disse che aveva un urgenza, e doveva assentarsi dalla festa. Non sapeva neppure lui cosa gli stesse prendendo. Una strana sensazione di essere fuori da ogni sorta di etichetta, etica o di comportamento anche meno importante, aveva portato il suo pensiero lontano dal momento. Già prima di arrivare, era stato fuori sino all'ora dal paese, non sapeva bene perché avrebbe dovuto essere presente a casa dell'amico. La giornata era stata infernale, come sempre. Era stanco e aveva bisogno di fare una doccia calda, che lo avrebbe rilassato non solo nelle membra, ma anche nella mente. Il lavoro intellettuale risultava usurante, e la sera teneva solo presente la sua casa e i suoi molteplici interessi. Spaziava dalla fisica nucleare a corsi fai da te, con la carta di giornale.Sofia. Piccolo borghese un poco sciocca, come poteva entrare nel suo mondo troppo complicato; in cui si doveva pensare.Sofia. Colpa della solitudine di Andrea, che ora si trovava con un'estranea dentro casa. E per colpa sua.
giovedì 28 aprile 2016
La Coda del Gatto
3.
Andrea si era svegliato col suo solito malumore, la mattina che fu decisiva per il suo progetto di espatriare verso mete d'oltralpe. L'ennesima fuga da una vita sempre uguale; da facce uguali e discorsi inutili, sull'efficacia o meno di un nuovo ordine morale. Un chiodo fisso. Un'ossessione primitiva. I mille tentativi di evasione, non bastavano più a giustificare il suo essere stanco ed annoiato. L'Università era diventata dovere, ché un passatempo intellettuale; un rito antico ma decadente; uno spazio ormai troppo stretto anche per un uomo che del tempo libero non se ne facevo davvero niente. Nei suoi pensieri, adesso, rimaneva il rimpianto di non aver seguito Pasquale; nel suo modo di affrontare questa vita dai colori prevalentemente grigi e un poco opachi, nel suo volere sentire profumi, anche se l'odore dai tombini saliva forte e nauseante; in queste città dal marchio che sa di antiquariato nobile. Di un tempo. Guardava Sofia, ancora a letto nella camera degli ospiti; che lui le aveva riservato in un momento, appena ricevuta la notizia del suo trasferimento.Sofia. Amica cara di famiglia. Da parte della zia.
mercoledì 27 aprile 2016
martedì 26 aprile 2016
La Coda del Gatto
2.
Andrea guardava l'orologio. Oramai avrebbe fatto tardi con qualsiasi mezzo potesse arrivare. Decise di tornare a casa, mettersi di nuovo a letto, e lasciarsi andare a un riposo dolce che non lo avrebbe fatto pensare. Diede un ultimo sguardo al tabellone degli arrivi e le partenze, inforcò le scale che scendevano per il sottopasso che portava sul piazzale fuori la stazione. Aspettò non più di tre minuti il bus che lo portava sotto il suo portone. Scese presto e tosto aprì il cancello. Salì in fretta i tre scalini ché arrivò alla porta dell' appartamento. A lui sembrava un loft in riva al mare. Sulla maniglia trovò un biglietto con un messaggio di Pasquale. 'Se passi più tardi a farmi visita, ti dovrei parlare'.Pasquale. Artigiano vecchio stile. Caro ma originale. Sempre senza un soldo ed i debiti da saldare.Andrea. Carriera assai brillante e veloce, ma qualcosa non girava per il giusto verso. Sofia. I suo vero problema. Ne era innamorato; ma lei passava tutto il tempo con l'amico tessitore. Le piaceva il suo modo di fare libero e spigliato, senza fronzoli o attorcigliamenti di pensiero tra intellettuali. Andrea. Il solito sfigato della compagnia. Con le donne ci dava quasi sempre buca. Non per colpa sua. Gli amici che lo stavano a sentire ed ascoltare, quando cominciava con le sue oratorie di ore e ore... da venirne fuori con le palle piene di Marcuse che era un gigante. Se poi il tono del suo umore era un poco più su del suo normale, si riempiva l'aria di una puzza antica e maleodorante. Socrate, Pitagora, e il sommo Dante.
La Coda del Gatto
1.
Andrea passeggiava sulla banchina del terzo binario. Faccia stanca, fronte aggrottata, e un bel vuoto nello stomaco. Non mangiava dal mezzogiorno del giorno prima. Il treno portava quindici minuti di ritardo. 'Questa vita, in questo posto, diventa sempre più affannosa e di superficie'. Dall'altoparlante, una voce incitava ad aspettare un'altro poco. C'era un guasto sulla linea. Sofia. Occhi grandi e azzurri. Tra le mani una copia di Le Monde. Naso all'insù; da vera raffinata parigina. Andrea. Docente di filosofia morale all'Università Statale di Perugia.I macchinisti si affrettavano su e giù per i binari della stazioncina. Dentro il bar, il capotreno farfugliava qualche cosa alla signora sui trent'anni, che batteva dentro il pub verso il portico dove c'era l'officina. Lei. Graziosa. Non vedeva l'ora di toglierselo di torno, quel gran gradasso e cicciottello che teneva modi assai scortesi. Dall'aspetto sporco e trasandato, era proprio un mal creato. Aveva osato troppo in là, per quel mattino.La portoricana, a quest'ora, era ormai sulla strada di casa. Un solo uomo si era presentato al suo stanzino, quella sera; il solo a cui lei sembrava più normale di sua moglie. Solo grandi cessi per clienti. Non ve ne era uno un po' carino, che faceva diventare bello passarci una mezz'ora; da dimenticare il tempo sì scortese per guadagnare il pane per piacere. Andrea ripercorreva, con la mente, la serata con Sofia. L'unico posto libero a sedere, lo aveva trovato allo stesso tavolino della francese; posto al fondo del locale. Sofia leggeva il suo giornale.
lunedì 25 aprile 2016
Buona settimana
Ogni mattina che passi, con il bus che ferma qui davanti, guardi le persiane, a volte chiuse e a volte aperte,, dell'appartamento dove sono andato a vivere con Susanna.Non hai ancora digerito che ti ho solo ben tradito,, e ho lasciato presto la tua casa coi tuoi amici, dalle facce limpide ma cortesi.
Ancora adesso, dopo anni, ti domandi perché lei è meglio di te.E poi proprio quel tuo amico, poco furbo e ancora un poco disgraziato, ti riempie le giornate; ti sciovina sviolinate un po' così, mentre guardi le modelle alla TV.
domenica 24 aprile 2016
venerdì 22 aprile 2016
Siamo il paese di Nicolò Macchiavelli
Pur di piacere a tutti non piacciamo a noi stessi.Anche se siamo brutticon un I-phone cucchiamo da matti.
Una carriera dimenticata
Passeggiando per le strade di questo quartiere, un poco in e un po' borghese, ho incontrato un uomo su un carretto; che trasporta frutta e verdura per un poveretto di Gaggiano.La famiglia lo ha rinchiuso là. Era un soprano.Finita la sua lunga dinastia non aveva neanche un soldo, per pagarsi la pensione nel centro di Castiglione.Ora è in una casa di riposo, e nessuno reclama più il suo canto malizioso. Dolce e soave quale sia, lo trattano tutti come un povero demente; senza denti e con la voce fioca... non riesce più a stare in posa.
giovedì 21 aprile 2016
Mississipi blues
Sono arrivato a quest'età per sentirmi direvecchio, brutto e babbuino.
Sono arrivato a quest'etàper lasciare tutto questo casino.
Sono corso giù dal trenoper arrivare in tempo a colazionecon tuo cugino mezzo scemo.
Sono arrivato a quest'età per sentirmi direnon vai bene a bere soda e mangiar pere.
E alla fine ché succede?
Niente pere, niente panesono chiuse le porte per il tuo reame.
Che tipo!
Che tipo! Quel tossico dal fisico mai incontrato.
Dall'aria assai leggera come una bella primavera,
e la brezza mattutina sale su dalla cantina.
Che tipo! Che sta sempre un po' seduto,
malnutrito e mal vestito...
non c'è niente di garantito.
Che giornata vai incontrando?
Che sei fatto come un mulo.
Ti convien tornare a casa da tua moglie,
che ti aspetta senza le mutande.
Che tipo! Quel tossico dal fisico mai incontrato.
mercoledì 20 aprile 2016
Animare o non animare?
Nella mia
ormai lunga carriera di animatore socio-culturale e socio-ricreativo,
sono ora giunta alla considerazione che le mie prime sensazioni e
perplessità rispetto all'animazione nel III millennio, sono
definitivamente palpabili.
Per prima
cosa, ho cambiato mestiere. Faccio l'artista, e, forse, neppure tanto
bene.
In ogni caso
la prima perplessità che mi viene è che, oggi, il dilemma è
decisamente amletico. Credo si rischi, sempre più frequentemente, di
mettere seriamente in crisi quelle sovrastrutture e modelli;
estendibili a molti comportamenti, quindi modi di essere e di vivere,
diffusi tra la gente; che condurrebbero molti, se non proprio in
terapia, ad un corso di meditazione buddista per calmare un po' la
mente.
Pensiamo,
consapevole di poter cadere nel banale, agli I-phone. Credo di essere
l'unica a non possederne uno, e non intendo finire, come tutti, con
cuffiette nelle orecchie, e dita che corrono freneticamente sulla
tastiera. Si assiste ad interminabili conversazioni, ora anche
vocali, in ogni luogo e momento.
Il silenzio è
fuori moda.
Si pensi alle
interazioni. Se una volta (effettivamente a 50 anni sono oramai
tagliata fuori) si usava ancora ritrovarsi per il gusto di scambiare
una parola; oggi le parole da un lato sono molte di più; dall'altro
si è perso il piacere dello stare insieme e a contatto, del gusto
del parlare con gli sguardi e con il tatto, del significato non
verbale della comunicazione.
Il vantaggio,
in questo contesto sociale, è che si può benissimo stare soli, e
non fa male.
Quanto detto
è solo un piccolo esempio, ma se sono i gesti e le abitudini
quotidiane di una popolazione a darci l'indice del benessere sociale,
io continuo a sentire gente che sta male, che si lamenta del governo,
delle istituzioni, del vicino cinese che ha aperto un bordello.
Continuo ad assistere ad episodi di violenza e microcriminalità
organizzata sempre più frequenti; e a partecipare sono in aumento i
preadolescenti. Osservo sempre e puntualmente il menefreghismo della
gente.
Difficilmente
sento, invece, operatori mettersi in discussione, operatori più
attenti ai bisogni dell'utenza, operatori capaci e preparati,
nonostante, per esempio, l'animazione (l'ho scoperto all'anagrafe
quando rifeci il mio documento di identità), ora è riconosciuta
come un Master Universitario.
Per non farmi
mancare nulla, durante la mia lunga carriera ho aperto e chiuso
almeno 7 blog di vario argomento e tematiche trattate.
Le
statistiche parlano chiaro: se non c'è musica non ci veniamo.
Non che abbia
mai avuto un successo travolgente, ma cosa interessa alla gente?
(Roberta
Migliaccio)
E forse si
Sono tornato senza fare colazione. A casa, la dispensa vuota. Ho cercato dappertutto, e non ci sei nel letto.Ho guardato nell'armadio. Ci sono ancora le tue calze e il tuo maglione che mettevi in casa. Il gatto aspetta i croccantini, e che gli si cambi l'acqua. E' solo e un po' smarrito. Lo portasti a casa mentre era ancora spaventato. Lo avevano abbandonato.Sono rimasto solo per un'altra volta ancora. E forse si. E' così che deve scorrere la vita di un comico stravagante. Di un ingenuo commediante che, di notte, è sempre fuori per far ridere la gente.
Senza niente da fumare
Seduto al tavolino del caffè della stazione. Il treno per il capoluogo parte fra non meno di mezz'ora, e il cielo è ancora scuro.Una brutta notte, quella che è passata. Un inverno freddo, e pochi spiccioli d'affetto per sentire un po' più di calore.In casa non si può più stare. I tuoi silenzi mi mettono di malumore. Le poche parole che riusciamo ancora a dirci sono, ora, solo contingenti; banali. Il nostro amore è diventato stanco e la nostra storia non si riesce più ad inventare.Sarà duro non sentirti più ridere di noi, tornare presto a casa. Non c'è più niente da dividere. Da ricordare.Una donna sulla quarantina, con la borsa tra le mani, si viene a sedere al tavolo vicino. Tira fuori un pacchetto, ancora da aprire, di Marlboro rosse. Ha l'aria un poco stanca e una ruga sulla fronte. La guardo senza accorgermi che, forse, anche lei ha una storia da raccontare; anche lei ha bisogno di qualche altra compagnia.'Non volevo spaventarla. Mi chiedevo solo se poteva offrirmi una sigaretta. Sono rimasto senza niente da fumare.'
martedì 19 aprile 2016
lunedì 18 aprile 2016
Ciak si gira
Ti ho cercata dentro il letto quando mi sono svegliato, e non c'era più nessuno. Solo il cane che mangiava l'osso.Ti ho trovata dentro il bagno che facevi una doccia fredda alle 5 di mattina.Non capisco mai perché, quando sei tu ad aver bisogno un po' di me, io mi trovo sempre lì. E mi scappa la pipì.E alla fine quando voglio la tua dolce compagnia, te ne vai via schiva e così sia. Come se, oramai, sono solo un passatempo un po' sgualcito, da palato già saziato. Già col gusto del caffè, che oramai è tarda sera, E tu non pensarci più... non mi vuoi bene più.
Anonimo veneziano (fine del I tempo) // lo Staff
Lo sapevo che finiva così,, tra un calzino e uno slip,, dimenticato sotto le lenzuola del Motel Zivago.
Pensavo...Ricordavo a me stesso che la mamma anche se ha la borsa, non può essere un canguro e, vicendevolmente, riflettevo anche che se anche il canguro ha la borsa, non può essere la mamma.
Il dubbio amletico era quello; e tu hai semplicemente confuso un mio momento sopra pensiero, per un calo di interesse sessuale per te.
Anonimo veneziano
Tutti possono diventare Presidente degli Stati Uniti di America.
(...peccato che uno solo lo diventa.)
domenica 17 aprile 2016
E' successo solo un gran casino
Strana compagnia, quella di ieri pomeriggio. Giulia si è presentata a casa con una coppia di Dublino. Hanno portato 2 o 3 pizze e una bottiglia di vino. Io ero steso sul divano quando, d'improvviso, si apre la porta del tinello e appare lei, con la sua veste più elegante,, ed un'ombrello. La seguono questi due signori, anche carini, che non parlano una parola di italiano.La serata, effettivamente, mi ha portato un poco fuori dal suo obiettivo: mia moglie ha messo in vendita la nostra casa con il camino.Tra una parola e l'altra,, che io non capivo, ho scoperto solo questa mattina, di un affare birichino,, che mi vede trasferir la residenza in un paesino. Ora non dico il siciliano, ma almeno un poco di italiano è più compreso,, ma rimane un gran casino.Mi ritrovo senza casa, senza lavoro, e con poca fantasia,, per ricostruire la mia vita nel mio prossimo futuro. Senza alcuna garanzia di sopravvivere agli eventi di questa nuova situazione, tutto quello che succede è perché lei, oramai, si annoia solo, e lamenta, ogni momento,, sete di nuovo e un po' più di movimento.
Cornuto e mazziato
E'arrivatocon la bocca piena di improperi sulla schiena.Ha rovesciato sotto sopra il mio cassetto, e poi era un poco stanco.La sua mamma,,,quella serasi è mangiata mezza mezza.Io al solito son statozittoesubito caziato.
E poi
E poi quando ti capita di cogliere sul volto del tuo interlocutore un espressione dubbiosa,, è giunto il momento di cambiare idea. E dirsi che forse sarebbe stato meglio stare zitti,, e non interferire più di tanto dentro sfere sì private della gente,, come idee e credenze che ti capita di ascoltare strada facendo. Strada facendo.
'seguimi lettore...'
sabato 16 aprile 2016
venerdì 15 aprile 2016
Idefix. Il cane di Obelix
Il mio gatto va sul tetto
in primavera perché spera
di saltare giù dal letto,
e di uscire
quatto quatto.
Vento
Due galli in un pollaio non van benema se ci sono più gallineallora quei due galli son persino pochici vuole un bel Cedrone che li calmitarallallero lero lerotarallallero lero là
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