venerdì 20 maggio 2016

Nulla di personale






Mi chiedevo perché, oggi, molta gente  non presta molta attenzione a quanto   gli altri sentono e pensano nell'intimità delle loro esistenze. Ma forse, invece, è molto più presente il parlare di sé che non un tempo. Forse, oggi si  comunicano solo quegli aspetti della propria vita che riguardano la sfera del personale, gli affetti e le ragioni dei propri disagi e paure, i bisogni, sempre uguali, delle persone. E' indubbio che ci troviamo sempre con il telefonino in mano a discutere di donne e uomini, di quanto quell'amico sia stato inopportuno; e di quanto è bello comunicare sempre e ovunque. Le relazioni si sono trasformate in messaggi in codice: una sorta di alfabeto creato all'uopo per ogni tipo di discorso e situazione. Facendo diversi giri sui social network, si inciampa in stupidi e banali post, sempre gli stessi, mai un guizzo di una sana fantasia che aiuta a sopportare meglio il peso della mediocrità imperante e tassativamente obbligatoria in questi tempi di vuoto culturale, intellettivo, ma, anche, affettivo ed emozionale. Non che io abbia questi grandi rapporti virtuali, anzi: più ne sto lontana e più mi sento meglio. Amo ancora chiacchierare e vivere fisicamente. Voglio dire che per me, a quasi cinquant'anni, queste nuove forme di contatto con la gente mi lasciano soprattutto indifferente. Sarà il limite della tecnologia così avanzata da non far più dire nulla di profondo, o che valga ancora la pena di ascoltare. O, forse, è solo la profonda solitudine che vive l'uomo nei confronti dei suoi simili. Gli oggetti sono i veri protagonisti. Gli individui passano in secondo piano. E' più importante avere molti contatti ché puntare sulla qualità e sul merito, sullo spessore ed il peso delle parole; ancora esiste e di notevole importanza. Comprendo l'imbarazzo di molti rispetto alla gestione del proprio quotidiano. Non comprendo perché se uno voglia avere amici, li debba cercare indistintamente nella massa, e riuscirci persino ad andare a letto, anche dopo una sola giornata di conversazione a distanza. Non  voglio fare del moralismo o insegnare a chicchessia ancora un po' di educazione ma, succede, per esempio, di conversare personalmente; ed essere interrotti da continui bip bip, che irrompono e costringono ad aspettare, cambiare discorso, o cambiare amico. Succede di essere costretti ad ascoltare discordi altrui, assistere, in silenzio, a racconti sopra fatti personali che, improvvisamente, diventano più importanti di quello che si sta facendo. Si assiste ad un vero abbassamento di livello, e questo è sconcertante.Per non dire poi qualcosa sui veri contenuti che si scambiano le persone: da banali racconti su fatti contingenti, a proposte fatte indiscriminatamente, senza porsi un piccolo e strettamente personale dubbio se, dall'altra parte, c'è davvero solo un gran coglione o una persona intelligente. Nel secondo caso, non vorrei essere nei panni di chi si sente coinvolto da queste mie parole, perché credo  di avere ancora il  ritegno necessario per non commentare.



































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