giovedì 28 aprile 2016

La Coda del Gatto







3.

Andrea si era svegliato col suo solito malumore, la  mattina che fu decisiva per il suo progetto di espatriare verso mete d'oltralpe. L'ennesima fuga da una vita sempre uguale; da facce uguali e discorsi inutili, sull'efficacia o meno di un nuovo ordine morale. Un chiodo fisso. Un'ossessione primitiva. I mille tentativi di evasione, non bastavano più a giustificare il suo essere stanco ed annoiato. L'Università era diventata dovere, ché un passatempo intellettuale; un rito antico ma decadente; uno spazio ormai troppo stretto anche per un uomo che del tempo libero non se ne facevo davvero niente. Nei suoi pensieri, adesso, rimaneva il rimpianto di non aver seguito Pasquale; nel suo modo di affrontare questa vita dai colori prevalentemente grigi e un poco opachi, nel suo volere sentire profumi, anche se l'odore dai tombini saliva forte e nauseante; in queste città dal marchio che sa di antiquariato nobile. Di un tempo. Guardava Sofia, ancora a letto nella camera degli ospiti; che lui le aveva riservato in un momento, appena ricevuta la notizia del suo trasferimento.Sofia. Amica cara di famiglia. Da parte della zia.
































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