mercoledì 20 aprile 2016

Senza niente da fumare








Seduto al   tavolino del  caffè della   stazione.  Il  treno per il  capoluogo  parte  fra  non  meno di mezz'ora,  e  il cielo è  ancora scuro.Una  brutta notte,  quella  che è passata.   Un  inverno  freddo,  e pochi  spiccioli  d'affetto   per sentire   un po'  più di  calore.In   casa   non   si  può  più   stare.   I  tuoi   silenzi  mi  mettono   di  malumore.  Le poche parole che riusciamo   ancora  a dirci   sono,  ora,  solo  contingenti; banali.   Il  nostro   amore  è   diventato   stanco   e   la  nostra   storia   non  si   riesce  più   ad   inventare.Sarà   duro   non  sentirti  più ridere  di noi,  tornare   presto  a  casa.  Non   c'è più niente da dividere. Da ricordare.Una donna sulla quarantina, con la borsa tra le mani, si viene a sedere al tavolo vicino. Tira fuori un pacchetto, ancora da aprire, di Marlboro rosse. Ha l'aria un poco stanca e una ruga sulla fronte. La guardo senza accorgermi che, forse, anche lei ha una storia da raccontare; anche lei ha bisogno di qualche altra compagnia.'Non volevo spaventarla. Mi chiedevo solo se poteva offrirmi una sigaretta. Sono rimasto senza niente da fumare.'































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