Seduto al tavolino del caffè della stazione. Il treno per il capoluogo parte fra non meno di mezz'ora, e il cielo è ancora scuro.Una brutta notte, quella che è passata. Un inverno freddo, e pochi spiccioli d'affetto per sentire un po' più di calore.In casa non si può più stare. I tuoi silenzi mi mettono di malumore. Le poche parole che riusciamo ancora a dirci sono, ora, solo contingenti; banali. Il nostro amore è diventato stanco e la nostra storia non si riesce più ad inventare.Sarà duro non sentirti più ridere di noi, tornare presto a casa. Non c'è più niente da dividere. Da ricordare.Una donna sulla quarantina, con la borsa tra le mani, si viene a sedere al tavolo vicino. Tira fuori un pacchetto, ancora da aprire, di Marlboro rosse. Ha l'aria un poco stanca e una ruga sulla fronte. La guardo senza accorgermi che, forse, anche lei ha una storia da raccontare; anche lei ha bisogno di qualche altra compagnia.'Non volevo spaventarla. Mi chiedevo solo se poteva offrirmi una sigaretta. Sono rimasto senza niente da fumare.'
mercoledì 20 aprile 2016
Senza niente da fumare
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