Nella mia
ormai lunga carriera di animatore socio-culturale e socio-ricreativo,
sono ora giunta alla considerazione che le mie prime sensazioni e
perplessità rispetto all'animazione nel III millennio, sono
definitivamente palpabili.
Per prima
cosa, ho cambiato mestiere. Faccio l'artista, e, forse, neppure tanto
bene.
In ogni caso
la prima perplessità che mi viene è che, oggi, il dilemma è
decisamente amletico. Credo si rischi, sempre più frequentemente, di
mettere seriamente in crisi quelle sovrastrutture e modelli;
estendibili a molti comportamenti, quindi modi di essere e di vivere,
diffusi tra la gente; che condurrebbero molti, se non proprio in
terapia, ad un corso di meditazione buddista per calmare un po' la
mente.
Pensiamo,
consapevole di poter cadere nel banale, agli I-phone. Credo di essere
l'unica a non possederne uno, e non intendo finire, come tutti, con
cuffiette nelle orecchie, e dita che corrono freneticamente sulla
tastiera. Si assiste ad interminabili conversazioni, ora anche
vocali, in ogni luogo e momento.
Il silenzio è
fuori moda.
Si pensi alle
interazioni. Se una volta (effettivamente a 50 anni sono oramai
tagliata fuori) si usava ancora ritrovarsi per il gusto di scambiare
una parola; oggi le parole da un lato sono molte di più; dall'altro
si è perso il piacere dello stare insieme e a contatto, del gusto
del parlare con gli sguardi e con il tatto, del significato non
verbale della comunicazione.
Il vantaggio,
in questo contesto sociale, è che si può benissimo stare soli, e
non fa male.
Quanto detto
è solo un piccolo esempio, ma se sono i gesti e le abitudini
quotidiane di una popolazione a darci l'indice del benessere sociale,
io continuo a sentire gente che sta male, che si lamenta del governo,
delle istituzioni, del vicino cinese che ha aperto un bordello.
Continuo ad assistere ad episodi di violenza e microcriminalità
organizzata sempre più frequenti; e a partecipare sono in aumento i
preadolescenti. Osservo sempre e puntualmente il menefreghismo della
gente.
Difficilmente
sento, invece, operatori mettersi in discussione, operatori più
attenti ai bisogni dell'utenza, operatori capaci e preparati,
nonostante, per esempio, l'animazione (l'ho scoperto all'anagrafe
quando rifeci il mio documento di identità), ora è riconosciuta
come un Master Universitario.
Per non farmi
mancare nulla, durante la mia lunga carriera ho aperto e chiuso
almeno 7 blog di vario argomento e tematiche trattate.
Le
statistiche parlano chiaro: se non c'è musica non ci veniamo.
Non che abbia
mai avuto un successo travolgente, ma cosa interessa alla gente?
(Roberta
Migliaccio)
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