Blues in Mi minore
Roberta
Migliaccio
Blues
in Mi minore
Sono
uscito a prendere un po' d'aria, in questa notte strana. Tra
una cena un po' salata,ho mangiato solo un'insalata. Il mio stomaco
reclama pane, burro e marmellata.
Sul mio volto non compare,che
un'emozione imbarazzata,per la fretta disperata, che ha segnato
la serata.
Poco dopo il ristorante,son finito già in mutande. E
mi hai detto sei un bel tipo,ma non sono un buon partito.
Sai
pensavo fossi io, a non funzionare niente. Ora scopro che c'è
tanta gente. Sono
sceso giù dal treno,per guardar se era sereno. Una nuvola è
passata,in tutta la giornata. Mi hai poi detto:'Non mi fermo a casa
tua,la mia stanza è meno buia'. Son rimasto come un cane,senza soldi
e senza pane.
Se
son solo sto disastro,vendo tutto;mi rilasso. Mi hai umiliato tante
volte,non ho più le giravolte. Son deciso a diventare,Direttore
Generale. Da quel posto, stai sicura,sarai l'ultima creatura,a far
sempre certe scene,da signora un po' borghese. Il
mio morale è migliorato,non son più assai ignorato. Ne ho tante di
sicuro,di ragazze senza il muro. Loro sono più serene,non fan mai di
grosse scene. No, non han sol la bocca buona,e non hanno solo fame,di
svestir le lor sottane.
Son
finito sulla lista nera,della pantera scura. La donzella è
diventata,dirigente assai dotata. Il mio spazio si è ridotto,ad un
solo gran biscotto. Dato in premio per Natale,dal Presidente
Generale. Con quest'ultima sorpresa,è finita anche la spesa. Ho
deciso di migrare,verso un posto balneare. In tal modo, son
sicuro,non vedrò più questo muro. Che decide la distanza,tra una
cena e una poltrona. Riservata, come sempre,al più grande e più
potente.
Dei
signori qui presenti...non mi son sciacquato i denti.
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