sabato 12 marzo 2016

Blues in Mi minore









Roberta Migliaccio
Blues in Mi minore


  Sono uscito a prendere un po' d'aria, in questa notte strana. Tra una cena un po' salata,ho mangiato solo un'insalata. Il mio stomaco reclama pane, burro e marmellata.
Sul mio volto non compare,che un'emozione imbarazzata,per la fretta disperata, che ha segnato la serata.
Poco dopo il ristorante,son finito già in mutande. E mi hai detto sei un bel tipo,ma non sono un buon partito. 
 
  Sai pensavo fossi io, a non funzionare niente. Ora scopro che c'è tanta gente. Sono sceso giù dal treno,per guardar se era sereno. Una nuvola è passata,in tutta la giornata. Mi hai poi detto:'Non mi fermo a casa tua,la mia stanza è meno buia'. Son rimasto come un cane,senza soldi e senza pane.
  Se son solo sto disastro,vendo tutto;mi rilasso. Mi hai umiliato tante volte,non ho più le giravolte. Son deciso a diventare,Direttore Generale. Da quel posto, stai sicura,sarai l'ultima creatura,a far sempre certe scene,da signora un po' borghese. Il mio morale è migliorato,non son più assai ignorato. Ne ho tante di sicuro,di ragazze senza il muro. Loro sono più serene,non fan mai di grosse scene. No, non han sol la bocca buona,e non hanno solo fame,di svestir le lor sottane.
  Son finito sulla lista nera,della pantera scura. La donzella è diventata,dirigente assai dotata. Il mio spazio si è ridotto,ad un solo gran biscotto. Dato in premio per Natale,dal Presidente Generale. Con quest'ultima sorpresa,è finita anche la spesa. Ho deciso di migrare,verso un posto balneare. In tal modo, son sicuro,non vedrò più questo muro. Che decide la distanza,tra una cena e una poltrona. Riservata, come sempre,al più grande e più potente.
  Dei signori qui presenti...non mi son sciacquato i denti.







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