mercoledì 9 marzo 2016

Ballata di un uomo stanco










Roberta Migliaccio


Ballata di un uomo stanco










Un soldo in più ma che sia poco


E poi mi dici:
'Non è che vali poco'.
E' solo consolante che non sono niente.
La tua scarpa è già slacciata;
e nella mente non rimane il vuoto.
Questa notte sta passando come un treno,
sopra il quale non c'è ancora tanta gente.
A tuo dire sono bravo,
a non raccontarti niente.
Tu invece parli sola,
e divertente.
Per un poco so ascoltare,
ma alla fine è assai più sano,
valere poco;
anzi non contare niente.








Conti, tasse e mandarini



Son seduto sulla sedia,
ad ascoltare la tragedia,
di quel tale arrugginito,
che mi punta sempre il dito.
Sono stanco,
e già si vede,
non ho più neanche un bel sedere,
neanche un posto ancora sano,
dove star col deretano.
E pensar che l'altro ieri,
eri a spasso giù nel parco,
e vicina a me soltanto.
Ora sei così distante,
che mi metto le mutande.
Poi mi infilo su il lenzuolo...
Buona notte e sogni d'oro.
Ho l'età che non funziona.
Sono vecchio e malandato,
Manca forse il fidanzato.
Con le donne ho fallito,
ed un sol uomo mi ha tradito.
Non ti offender,
cara mia,
pace e bene.
Così sia.









Epilogo




Alla fine della storia,
ho perduto anche la vita;
son rimasto sulle scale,
di Piazza Reale.
Non che non fosse previsto,
perder tutto in un sol colpo.
Ma io avrei troppe pretese,
se chiedessi anche le spese;
del sontuoso funerale,

organizzato dall'Ufficio Comunale.




























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