martedì 8 marzo 2016

Roberta Migliaccio copyright









Roberta Migliaccio

Se son rose fioriranno

(Raccolta di poesie)









Prefazione

Nella mia ormai lunga carriera di animatore socio-culturale e socio-ricreativo, sono ora giunta alla considerazione che le mie prime sensazioni e perplessità rispetto all'animazione nel III millennio, sono definitivamente palpabili.
Per prima cosa, ho cambiato mestiere. Faccio l'artista, e, forse, neppure tanto bene.
In ogni caso la prima perplessità che mi viene è che, oggi, il dilemma è decisamente amletico. Credo si rischi, sempre più frequentemente, di mettere seriamente in crisi quelle sovrastrutture e modelli; estendibili a molti comportamenti, quindi modi di essere e di vivere, diffusi tra la gente; che condurrebbero molti, se non proprio in terapia, ad un corso di meditazione buddista per calmare un po' la mente.
Pensiamo, consapevole di poter cadere nel banale, agli I-phone. Credo di essere l'unica a non possederne uno, e non intendo finire, come tutti, con cuffiette nelle orecchie, e dita che corrono freneticamente sulla tastiera. Si assiste ad interminabili conversazioni, ora anche vocali, in ogni luogo e momento.
Il silenzio è fuori moda.
Si pensi alle interazioni. Se una volta (effettivamente a 50 anni sono oramai tagliata fuori) si usava ancora ritrovarsi per il gusto di scambiare una parola; oggi le parole da un lato sono molte di più; dall'altro si è perso il piacere dello stare insieme e a contatto, del gusto del parlare con gli sguardi e con il tatto, del significato non verbale della comunicazione.
Il vantaggio, in questo contesto sociale, è che si può benissimo stare soli, e non fa male.
Quanto detto è solo un piccolo esempio, ma se sono i gesti e le abitudini quotidiane di una popolazione a darci l'indice del benessere sociale, io continuo a sentire gente che sta male, che si lamenta del governo, delle istituzioni, del vicino cinese che ha aperto un bordello. Continuo ad assistere ad episodi di violenza e microcriminalità organizzata sempre più frequenti; e a partecipare sono in aumento i preadolescenti. Osservo sempre e puntualmente il menefreghismo della gente.
Difficilmente sento, invece, operatori mettersi in discussione, operatori più attenti ai bisogni dell'utenza, operatori capaci e preparati, nonostante, per esempio, l'animazione (l'ho scoperto all'anagrafe quando rifeci il mio documento di identità), ora è riconosciuta come un Master Universitario.
Per non farmi mancare nulla, durante la mia lunga carriera ho aperto e chiuso almeno 7 blogs di vario argomento e tematiche trattate.
Le statistiche parlano chiaro: se non c'è musica non ci veniamo.
Non che abbia mai avuto un successo travolgente, ma cosa interessa alla gente?

(Roberta Migliaccio)







Di necessità fai virtù




Stavo camminando sulla strada che portava verso il fiume. Piedi scalzi e panino con il salame nella sacca. Niente vino.

Ero sotto l'albero di pere che facevo un pisolino. Nessun soldo nel taschino.

Son tornato un poco disperato alla strada per la corsa delle moto. Dio! che pacco!C'è mancato poco che al signore, giù di fianco la scalinata,perdeva subito l'insalata nel sacchetto del supermercato,del signor curato.

Alla fine mi son detto che era un sogno troppo strano. Son saltato dal divano. Ho preparato un bicchierone del caffè sudafricano. Poi seduto sulla cassapanca della sala,ti ho cercato invano. Eri già sparita sopra il treno che ti riportava indietro.

Son rimasto solo e amareggiato ... e anche senza fiato.







Per un pugno di dollari


Si è presentato davanti al portone all'ora di cena. Era arrivato con uno scouter di un amico. Casco ancora in testa, e dito appeso al campanello del vicino. Voleva il suo denaro per quel debito di gioco. Una faccenda alquanto disturbante. Pesante.


Se ne è tornato senza niente nelle tasche. La bocca amara ricordava una serata imbarazzante. Era sotto di un milione,quando arriva la carta della chiusura. Perde il banco. Botta sicura.


Ora che il vicino si era spaventato,una pattuglia della Polizia lo sta cercando. Accaduto il fatto di quella strana serata,Giorgio ha allertato i Carabinieri della Zona. A distanza di un' anno soltanto,lo aspetta una situazione più pesante,che qualche euro in più nelle sue tasche. Frode al fisco, e ricatto all'uomo chiave; di quel casinò così importante.










Un pomeriggio da dimenticare





Sono qui solo; son seduto sul divano sempre con le mani in mano.
Io, secondo te, non faccio niente; dal bidè all'acqua bollente.
Ti sei messa nella testa che non manca proprio niente a questo uomo strafottente.
Bella immagine, è sicuro.
Sono già contro quel muro.

Mi ricordo le mie mani sui tuoi fianchi.
Con me erano sempre troppo stanchi.
Per non dir poi dei tuoi occhi:
un pesce lesso li ha meno storti.
No non parlo di distanza ponderale; tu mi guardi sempre male.

La tua voce un po' severa, riempie il vuoto questa sera.












Senza peli sulla lingua




Me ne stavo già sdraiato ad aspettare la battuta, del signore con i baffi, e la barba un po' panciuta. Lui diceva: 'Ma che strano. Non si vede più il divano'.'Ci son stati cambiamenti. Ora lava anche i denti'.Si d'accordo,il mio paziente, non è molto divertente. Ma lei crede sì davvero che non gliene frega niente,del disastro assai pressante,che assilla molta gente?Anche lui, a modo suo,pensa al tempo ormai scuro. Quest'inverno si lamenta, che non mette la coperta. Molte volte è capitato di trovarlo riposare, senza calze e senza guanti. Alla fine del discorso,lui diceva:'Sono morto'.D'altra parte, è risaputo,che lui era un gran prelato,alla chiesa rionale,che finì sopra il giornale. Sono molti,e assai diversi,i problemi di Pasquale, con la fisica nucleare. Il suo pensiero è sol rivolto,al comunismo ormai passato. Il suo umore assai volteggia,che ci sembra una bandiera sventolante;tra un sassofono e un gigante.











Un primario free-lance




Ma perché se bevo alcool tutti mi dicono che sono alcolizzato, e se bevo solo Fanta non mi dicono che sono fantastico?











L'erba del vicino è sempre più verde


Stava seduto con il cane sui gradini del selciato della chiesa del paese.
Arrivato un tale che si presentava tutto in grigio, e con una bombetta blu, lui allungava la sua mano tesa, e aperta a ogni risposta di denaro, quella gente gli voleva condonare.
Era un povero barbone che veniva da lontano.
Le sue tasche erano vuote sia di soldi che di cose.
Non aveva più neppure quel suo ninnolo porta fortuna.
Lo diede in cambio per un piatto di insalata.
Consumata senza olio; 
e neppure un poco di sale.



Visto il tale disperato, l'uomo in grigio tira fuori dalla tasca un biglietto da 50 soldi.
"Prendi sto denaro per mangiare qualche cosa. E per il cane."
L'uomo aveva la testa piegata e non batteva ciglio alcuno.
Forse stava male.



Non sentendolo fiatare, l'uomo in grigio chiama già i soccorsi;
che arrivati a destinazione, trovano l'uomo ormai russare.


Sarà stato molto stanco e ormai sfinito.
Lo portiamo all'ospedale.
Gli facciamo un bel controllo e lo rimettiamo in piedi.
Questi casi, oggi, sono molti;
e la cosa più scocciante, è che a nessuno frega niente.













Se son rose fioriranno


E' da quando ti ho incontrata che attendo una serata.' Io di giorno, sai?, lavoro; tu riposi assai pesante, che non posso dirti niente.'Cara Giusy io con la luce, vedo troppe masse chiare. E' la notte la padrona del mio cuor che non perdona. Se non colgo l'occasione di parlarti per un'ora... fai buon viaggio, e spera ancora.'













Una scarpa si e una scarpa no

Mi sono addormentato con il gatto steso sopra il petto. Sei rientrata dalla tua giornata senza che sentissi niente. Hai indossato le pantofole di pezza, per non disturbare il sonno, ormai profondo, che pervade questa casa, da mattina a sera, e anche la notte. Ho ripreso i ritmi di un felino, vecchio e stanco, e anche un po' rompi coglioni.

Eri stanca ed assonnata che ti ho trovata addormentata tra le lenzuola del nostro letto, tutta vestita e bardata di maglione di lana pesante; perché il freddo non è già finito. Mi fa male tutta la schiena, ed ho il petto indolenzito per il gatto che ha dormito. Non so come andare avanti. Non sopporto più quest'alternanza tra il letto e la poltrona. Non vorrei andare avanti a dividerli per una notte. Non si può soprassedere e andare oltre?





















Ti aspettavo per l'ora di pranzo









Il tuo gatto sta dormendo accovacciato sulla mia poltrona,comperata al mercatino dell'usato.

La teiera è ora sul fuoco,e già si sente, qui in cucina, il profumo della torta della zia.

Ti sei messa proprio stravagante, con quella camicia scura abbottonata sulla schiena, ed è già ora di cena.

Hai aperto il frigorifero di destra,e hai mangiato quel panino, un po' vecchio ed un poco piccolino.

Poi mi sono addormentato sul divano senza chiedere perdono, per il posto riservato che oramai era occupato.

Qui non c'è più pace,più nemmeno nello studio dove dorme tuo cugino Bruno.

Ha piantato le sue tende in camera nostra, ed in bagno poi si mostra.









Di male in peggio


Mi diceva:- sei un tipo stravagante -Non riesco a mettere le mutande.

Mi diceva:- sei carino. Anche senza l'orecchino -

Poi di colpo mi hai tradito,con quel tale colorito sulla fronte;che io son già qui sopra il ponte.

E non credo sia importante,quanto tempo sia distante che mi hai messo contro il muro.

Stai sicura non mi offendo. Ho rinchiuso nelle tasche, il mio splendido diamante.

Appartiene a una signora che mi diede solo un'ora. del suo tempo assai prezioso.

Ma mia cara,siete tante senza scrupolo alcuno. Io non sono mai sicuro.

E di un affetto un poco strano sono piene le mie tasche. Non son mai stato un gigante.








 
Aspettando domani


Ero io poi il tipo assai invadente che non ti ha mai esortato in niente. Quello è entrato nella vita; e noi già a mezza partita. Lai lasciato fare senza chiederti perché alla fine son andato via da casa. Ti ho trovata sotto le nostre lenzuola con la camicia da notte un po' più viola. Cosa avrei dovuto fare?Ho pensato di scappare. Già non serve a molto ricordare quel bel sole tramontare. E nemmeno una parola mi conforta per un'ora.







Una notte come un'altra


Non sei ancora rientrata dalla passeggiata. Sulla tavola è ormai freddo,e io me ne vado a letto,perché tanto, anche sta notte, non c'è niente da scoprire. Non c'è niente da inventare. Niente da trovare. Si capisce che sei stufa di questa noiosa vita,sei fin troppo abituata a coctails di marmellata;E con me, questo è sicuro,ti ritrovi un muso duro. Non ho niente da insegnare,e neppure guadagnare. A fare il solito coglione,sotto il tuo portone,ci sarà sempre qualcuno di diverso;ma forse anche assai perverso. E' davvero solo questo che mi rende un po' diverso. Son sicuro che non ti garberebbe molto se io, ora, ti saltassi addosso. Sei mia moglie da vent'anni,e non ho spine sui fianchi. L'abitudine prevale sotto tutte le sottane.
















E tu tira a campare








Sono stato dal dentista
che racconta sempre male
delle tue sottane.
Mi racconta che di sera
non rispondi
e sei sincera.
Io di mio non conto molto.
Ciao a tutti...
son sconvolto.





































































Nessun commento:

Posta un commento